domenica 31 gennaio 2016

La prima volta che Edoardo si è fatto in tre... senza quasi!

Il 3 luglio si torna alle competizioni che contano e, visto l’esito del triathlon di Bardolino, non poteva essere una gara qualsiasi, ma bensì un secondo triathlon per dar modo alla mia determinazione e soprattutto al mio ego di rifarsi della giornataccia del lago di Garda. Ed ecco quindi dopo due settimane il Triathlon Olimpico di Quinto di Treviso a darmi la possibilità di “vendetta”, in una giornata che si presenta subito assolata e caldissima e, considerato gli orari di partenza di queste competizioni (ore 12.00), non è una cosa da poco. Certo che quando all’inizio ho pensato di fare questo triathlon, subito mi son chiesto….ma dove si nuota? Ed ecco la bella risposta: nelle sorgive del Sile! 


A prima vista l’acqua non sembra delle più pulite, ma la “sporcizia” è di carattere puramente vegetale e poi ormai… la cosa s’ha da fà. I preparativi e i tempi d’attesa sono sempre molto lunghi e la temperatura si aggira sui 32°, ma finalmente ci si butta in acqua e nonostante la muta (nel mio caso variabile tra i 5 e i 6mm) e il piacere del primo refrigerio, la sorpresa è che l’acqua è bella fredda! Cerco di nuotare un po’ per scaldarmi e poi, ci portiamo tutti in centro al bacino, perché la partenza avverrà in galleggiamento sulla linea creata tra una boa e la barca dei giudici. 
 

Pronti via con la tonnara e la prima strana sensazione è che, mentre si nuota, si sentono le “bollate” delle sorgive che sono delle vere e proprie crioterapie istantanee. A parte questo, tutto sommato riesco a partire un po’ più tranquillo che a Bardolino e a non vivere quella brutta sensazione che mi ha fatto pensare….“ma chi cazzo me l’ha fatto fare?” Mi faccio così il primo giro senza esagerare, mentre sul secondo riesco ad imprimere un ritmo più sostenuto ed uscire dall’acqua tra i primi con un tempo inferiore ai 25’. 


 Quindi cambio veloce della muta (e sul veloce ci sarebbe da ridire!) e ripartenza in bici con il cuore già a mille. 


Il percorso in bici consiste nel percorere 5 giri da 8 km nelle strade adiacenti alla zona cambio e, vista l’inesperienza, i primi km sono davvero impressionanti. Già uscire dalla frescura dell’acqua delle sorgive, alla calura delle 12.30 delle campagne di Quinto, di per sé comporta un bello shock, poi mettici la nuotata e la pedalata, il tutto viene condito con giramenti di testa e battito cardiaco fuori controllo. Risultato è che per due giri abbondanti, corro come un alpino dopo la sua festa e mi faccio passare da chiunque, non riuscendo mai ad attaccarmi alla coda del gruppetto e di fatto perdendo tutto quello che ho guadagnato nel nuoto. 
Uno può pensare: “e vabbè, l’importante è partecipare…..”; risposta: “stà ceppa de minchia”!!! Trovo così il ritmo e, grazie ad un compagno di squadra, mi attacco ad un bel gruppetto di ciclisti e in questo modo l’andatura - che prima si attestava tra i 28-30 km/h - passa di colpo a sfiorare i 38-40km! Che miracolo la scia!!! Oltretutto riesco persino a riposarmi e recuperare dallo sforzo fatto in precedenza….con quelle velocità! 


I giri così si susseguono in modo più sereno e soprattutto più veloce, permettendomi di recuperare molto del terreno perso quando ero solo e facendo diventare il gruppetto iniziale, composta da circa una decina di atleti, fino ad una trentina. Arriva così il secondo ed ultimo cambio, più facile e veloce del primo, ma arriva anche il resoconto finale della stanchezza dei muscoli e delle condizioni meteo. Eh sì, prima l’acqua bella fresca, poi il vento caldo e piacevole in bici ed ora….i 35° sotto la candela del sole delle 13.30!!! Uno spettacolo! 


Parto, sapendo che correre 10km con queste temperature e dopo le prime due fatiche, non sarà una cosa da poco, quindi pazienza perchè l’importante è non esagerare ed arrivare alla fine….sani e salvi! Correre all’interno del parco del Sile è una cosa meravigliosa, peccato che non si riesca ad apprezzare con questo caldo e con queste fatiche. 


La terza frazione è infatti costituita da tre giri all’interno del parco, quindi mentalmente più difficile, ma almeno si riesce a memorizzare il percorso. La cosa più dura però è accettare e resistere al caldo torrido che stronca le gambe. Ma la determinazione è grande e, anche se corro con una media superiore ai 5’ al km, la linea del traguardo è lì pronta ad attendermi, celebrarmi e introdurmi di diritto, nonostante tutto, anche nel mondo del Triathlon!


Ecco quindi l’ultima foto che rende chiara l’idea della fatica profusa e della soddisfazione alla fine della battaglia!!!

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