domenica 31 gennaio 2016

La prima volta che Edoardo si è fatto in tre... senza quasi!

Il 3 luglio si torna alle competizioni che contano e, visto l’esito del triathlon di Bardolino, non poteva essere una gara qualsiasi, ma bensì un secondo triathlon per dar modo alla mia determinazione e soprattutto al mio ego di rifarsi della giornataccia del lago di Garda. Ed ecco quindi dopo due settimane il Triathlon Olimpico di Quinto di Treviso a darmi la possibilità di “vendetta”, in una giornata che si presenta subito assolata e caldissima e, considerato gli orari di partenza di queste competizioni (ore 12.00), non è una cosa da poco. Certo che quando all’inizio ho pensato di fare questo triathlon, subito mi son chiesto….ma dove si nuota? Ed ecco la bella risposta: nelle sorgive del Sile! 


A prima vista l’acqua non sembra delle più pulite, ma la “sporcizia” è di carattere puramente vegetale e poi ormai… la cosa s’ha da fà. I preparativi e i tempi d’attesa sono sempre molto lunghi e la temperatura si aggira sui 32°, ma finalmente ci si butta in acqua e nonostante la muta (nel mio caso variabile tra i 5 e i 6mm) e il piacere del primo refrigerio, la sorpresa è che l’acqua è bella fredda! Cerco di nuotare un po’ per scaldarmi e poi, ci portiamo tutti in centro al bacino, perché la partenza avverrà in galleggiamento sulla linea creata tra una boa e la barca dei giudici. 
 

Pronti via con la tonnara e la prima strana sensazione è che, mentre si nuota, si sentono le “bollate” delle sorgive che sono delle vere e proprie crioterapie istantanee. A parte questo, tutto sommato riesco a partire un po’ più tranquillo che a Bardolino e a non vivere quella brutta sensazione che mi ha fatto pensare….“ma chi cazzo me l’ha fatto fare?” Mi faccio così il primo giro senza esagerare, mentre sul secondo riesco ad imprimere un ritmo più sostenuto ed uscire dall’acqua tra i primi con un tempo inferiore ai 25’. 


 Quindi cambio veloce della muta (e sul veloce ci sarebbe da ridire!) e ripartenza in bici con il cuore già a mille. 


Il percorso in bici consiste nel percorere 5 giri da 8 km nelle strade adiacenti alla zona cambio e, vista l’inesperienza, i primi km sono davvero impressionanti. Già uscire dalla frescura dell’acqua delle sorgive, alla calura delle 12.30 delle campagne di Quinto, di per sé comporta un bello shock, poi mettici la nuotata e la pedalata, il tutto viene condito con giramenti di testa e battito cardiaco fuori controllo. Risultato è che per due giri abbondanti, corro come un alpino dopo la sua festa e mi faccio passare da chiunque, non riuscendo mai ad attaccarmi alla coda del gruppetto e di fatto perdendo tutto quello che ho guadagnato nel nuoto. 
Uno può pensare: “e vabbè, l’importante è partecipare…..”; risposta: “stà ceppa de minchia”!!! Trovo così il ritmo e, grazie ad un compagno di squadra, mi attacco ad un bel gruppetto di ciclisti e in questo modo l’andatura - che prima si attestava tra i 28-30 km/h - passa di colpo a sfiorare i 38-40km! Che miracolo la scia!!! Oltretutto riesco persino a riposarmi e recuperare dallo sforzo fatto in precedenza….con quelle velocità! 


I giri così si susseguono in modo più sereno e soprattutto più veloce, permettendomi di recuperare molto del terreno perso quando ero solo e facendo diventare il gruppetto iniziale, composta da circa una decina di atleti, fino ad una trentina. Arriva così il secondo ed ultimo cambio, più facile e veloce del primo, ma arriva anche il resoconto finale della stanchezza dei muscoli e delle condizioni meteo. Eh sì, prima l’acqua bella fresca, poi il vento caldo e piacevole in bici ed ora….i 35° sotto la candela del sole delle 13.30!!! Uno spettacolo! 


Parto, sapendo che correre 10km con queste temperature e dopo le prime due fatiche, non sarà una cosa da poco, quindi pazienza perchè l’importante è non esagerare ed arrivare alla fine….sani e salvi! Correre all’interno del parco del Sile è una cosa meravigliosa, peccato che non si riesca ad apprezzare con questo caldo e con queste fatiche. 


La terza frazione è infatti costituita da tre giri all’interno del parco, quindi mentalmente più difficile, ma almeno si riesce a memorizzare il percorso. La cosa più dura però è accettare e resistere al caldo torrido che stronca le gambe. Ma la determinazione è grande e, anche se corro con una media superiore ai 5’ al km, la linea del traguardo è lì pronta ad attendermi, celebrarmi e introdurmi di diritto, nonostante tutto, anche nel mondo del Triathlon!


Ecco quindi l’ultima foto che rende chiara l’idea della fatica profusa e della soddisfazione alla fine della battaglia!!!

lunedì 25 gennaio 2016

Scars, cross e altro

Nuova domenica di passione, sportiva s’intende, quella appena trascorsa.
Max, Franz, Toni, Ale F., Luca e Emilio hanno partecipato alla corsa in famiglia organizzata dagli Scars.
La corsa, che ha visto la partecipazione di quasi trenta “orange”, ha avuto il punto di partenza/arrivo al campo d’atletica di San Donà, dove altri volontari Scars hanno imbastito un lauto convivio ristoratore finale per gli amici faticatori.
Andatura tranquilla con la falange arancione che ha proceduto compatta dall'inizio alla fine.
Abbiamo le testimonianze fotografate. Eccole di seguito.


Per completezza d’informazione, tre dei nostri, al motto di “non mi basta mai!”, hanno poi proseguito per altri 18 km, portandone a casa 28 nel complesso. I protagonisti della galoppata sono: Franz, Toni e Ale, quest’ultimo spintosi per la prima volta oltre la soglia della mezza maratona. D’altra parte quando abbiamo personalità di grido del jet set cinematografico e non solo, è facile fare proseliti!




Chiaramente al ritorno del giro Oll Scars, a metà dei 28 c'è stato questo:




Qui con la solita scelta di colori il nostro Francesco
Durante questa scenetta il solito lamentino: 
-Vecchietto: "Dai andiamo avanti che mi sto raffreddando"
-Toni: "Aspetta che c'è Ale che sta bevendo il Tè che scotta!" ;)

Grandi notizie arrivano dai campi di gara in quel di Vittorio Veneto, dove Ale M. e Edo hanno partecipato al Cross Città della Vittoria. Sensazionale prestazione di Ale, terzo di categoria SM35, che ha letteralmente volato sui 6 km a 3’29” di media. Vola Ale! Ottima anche la performance di Edo, che chiude in 25’ netti. 
Vola Edo!
A detta di Ale, il percorso scorrevole e il fondo compatto hanno favorito una buona resa cronometrica: resta comunque indiscutibile lo spessore tecnico dei risultati dei nostri.  
Sui terreni delle campestri emergono i veri corridori: fango, freddo e fatica!
Le foto del podio sono più che meritate per Ale.





Passando alle due ruote, si segnalano la sgroppata sulla bici da corsa di Donato da casa a Palmanova, di Marco (57 km in agilità a 28 kmh di media) e l’uscita in MTB di Alberto in zona Collalto (Alberto, sofferente per una contrattura, costretto a rinunciare al running da e per un po’).
Infine, tornando al running, Fabrizio si è divertito in grava, seguendo il corso del Piave, da San Donà a Noventa e ritorno, cercando una mite progressione: 18,5 km corsi storti in 1h18’, rischiando più di una scivolata. Fieno in cascina in vista della primavera.

Ad maiora.

sabato 23 gennaio 2016

La prima volta che Edoardo si è fatto in 3... o quasi!

Ed arriviamo al giorno 19 giugno 2010, finalmente l’evento della stagione, il mio debutto nelle competizioni di triathlon e come inizio non potevo scegliere posto migliore che Bardolino, il Triathlon Internazionale più partecipato e conosciuto d’Italia. 


La mattina inizia presto per poter arrivare sul posto e trovare un adeguato parcheggio, poi iniziano i preparativi, lo spuntino e, all’apertura della zona cambio, il trasferimento di tutta l’attrezzatura da sistemare nei pochi centimetri disponibili per ogni concorrente. E’ entusiasmante ed è uno spettacolo vedere tutto il movimento che crea un evento del genere, tra atleti, accompagnatori, spettatori ed organizzatori, Bardolino diventa la capitale del Triathlon.





Il tempo passa in fretta e la tensione sale, si cerca di acquisire e “rubare” ogni movimento, disposizione o tipo di riscaldamento, vista la mia completa inesperienza in tale competizione. Così preparo la mia postazione dando un senso logico ai vari cambi che dovrò affrontare e poi indosso la mia muta per verificarla in lago in un breve riscaldamento.



Qui ancora sorrideva!!!

Poi, visto che sarò nell’ultima batteria di partenti rimane la grande attesa, tutti accodati uno in fianco all’altro, uniti dalla stessa passione, ma ognuno con le proprie aspettative confermate più o meno dalla preparazione effettuata e in tutto questo gran amalgama, rimane dall’esterno la visione di tanti pinguini neri che si stanno accingendo al tuffo in acqua, distinti l’un l’altro solamente dalle cuffie colorate. Mentre però attendiamo le varie chiamate per la partenza ecco che piomba una bella ciliegina dal cielo. In tre punti ben precisi del Lago di Garda il cielo si fa nero ed incominciano degli scrosci d’acqua molto evidenti, coronati da lampi e fulmini. 

 



Di sicuro non necessitavo di un tale aumento della preoccupazione, che di per se’ era già piuttosto elevata, visto che, se anche posso ritenermi un buon nuotatore, il nuoto il campo aperto mi angoscia parecchio, ma sapere che ci sono anche i temporali e rischiare di diventare un pinguino arrostito, non mi può di certo entusiasmare. E vabbè ormai ci siamo e dobbiamo partire…..!!! 


Mi metto in seconda linea in acqua e al via mi accorgo subito di avanzare velocemente e dopo un centinaio di metri mi trovo già in testa, peccato che non ho fatto i conti con un’iperventilazione polmonare dovuta alla partenza a tutta, quindi cerco di rifiatare, cercando di scacciare dalla testa la classica frase: “CHI CAZZO ME L’HA FATTO FARE”, ma tutto d’un tratto sento un plotone d’esecuzione che inizia a randellarmi dai piedi fino alla schiena buttandomi sott’acqua, quindi sono costretto a ripartire a tutta e ricreare così il circolo vizioso, mancanza di fiato e randellate, che si susseguono fino al giro della prima boa posta a circa 500 metri dalla partenza.
Poi, finalmente, riesco a dare regolarità alla mia nuotata e soprattutto alla respirazione e al cuore e inizia così una seconda parte di vera soddisfazione natatoria. Vado come un treno….ops, meglio come un motoscafo e riesco a recuperare ben due gruppi partiti prima di me (pinguini gialli e azzurri) ognuno con un minuto di distacco ed esco così dall’acqua, anche se non me ne rendo conto visto il diluvio in atto, stordito ma soddisfatto. 




Faccio il mio primo cambio di attrezzatura, notando che tutto quello che avevo preventivato è andato a farsi benedire, perché l’asciugamano è da strizzare e non serve più a nulla, le scarpe della bici devono essere svuotate dall’acqua presente, quelle da corsa non ne parliamo e soprattutto ho già freddo per la bella brezza temporalesca in atto. 

 

Ormai siamo in barca e dobbiamo continuare, quindi prendo la mia bella bici ed esco dalla zona cambio, ma una volta salito mi sembra di essere ingessato, ho freddo, le gambe sono di legno e faccio fatica a farle girare, senza contare che ci sono subito piccole salite e gli altri vanno già come motorini. Cerco di stare comunque in gruppo ma tutti sono assatanati e ti passano a destra e a sinistra, io comunque cerco di non farmi male, anche perché con una pioggia del genere e con le gomme gonfiate a 8 bar, se sbaglio una curva mi trovo a regalare parte del mio DNA sull’asfalto, quindi testa sulle spalle e fanculo agli iper agonisti. I km si susseguono e su una curva in discesa ho la prima conferma di quanto ho immaginato in precedenza: un gruppetto di circa dieci ciclisti che si è schiantato e qualcuno si è sicuramente fatto male, perché poco dopo incrociamo un’ambulanza che accorre sul posto. Alla faccia dello sport fatto come benessere fisico ed ulteriore motivo di preoccupazione! Con delle condizioni del genere è difficile mantenersi in scia, perché ti fai continui gargarismi, ma non di certo con il collutorio, se esci prendi più pioggia e non vedi un cazzo, quindi è un vero casino gestire la corsa e proprio mentre sono in discesa e continuo con questo 
dentro e fuori, vedo tutto d’un tratto un dissuasore della velocità e nel cercare di attutirlo cerco di far “saltare” la bici, peccato però che quello davanti a me scarti velocemente sulla sinistra ed io “all’atterraggio” mi trovi un tombino del gas esposto che prendo in pieno con la ruota anteriore. Risultato è che a circa 40 all’ora, o forse più, con un colpo del genere se rimani in piedi è un vero miracolo ed infatti, nonostante la foratura all’anteriore e il manubrio rivolto verso l’asfalto, riesco a frenare e portarmi sulla destra con un immenso sospiro di sollievo finale. Ora arriva il bello, perché quando si è in gara non ci si porta di certo via l’attrezzatura per le riparazioni e quindi inizio a chiedere ai vari residenti il modo più veloce per rientrare a piedi a Bardolino, visto che ho il mezzo inutilizzabile e con immenso piacere ricevo la conferma che sono nel punto più distante e quindi….sono cazzi!!! Mi avvio a tornare indietro visto che 
 avevo percorso più di 15 km e, mentre sfilano una marea di ciclisti, mi rendo conto che, nonostante tutto, stavo proprio andando bene e quindi l’incazzatura cresce ma, come tutte le circostanza della vita, bisogna farsene una ragione e mangiarsela…., sarà per un’altra volta! Così piano piano rientro a piedi fino ad un posto di controllo della Protezione Civile dove vengo informato che passati tutti i cicliti ci sarà un servizio “scopa”, ma visto il meteo e gli incidenti avrei dovuto pazientare parecchio. Quindi mi armo di pura pazienza zen e tremando dal freddo cerco di camminare su e giù per scaldarmi fino a quando, passata più di un’ora arriva un furgone che carica finalmente me e la mia bici verso un amaro rientro. Sono ora al caldo del furgone con una coperta sulle spalle e due vecchietti tutti pimpanti ed incazzati a recuperare sfigati dalla strada, ma tutta la mia preoccupazione è ora per Giulia che, dopo avermi visto quasi friggere sul lago, è in attesa del cambio bici – corsa e dopo tutto questo tempo sarà sicuramente iper ansiosa. Ed è così, una volta giunto a Bardolino e scaricato la bici, finalmente ci ritroviamo e ci liberiamo reciprocamente delle tensioni, ognuno per il suo verso, accumulate, portandoci dapprima nella zona cambio a recuperare l’attrezzatura e poi in parcheggio per dare una fine ad una giornata un po’ storta. 



Partiamo così per il rientro a casa, ma dopo qualche km fuori dal centro cittadino mi accorgo di un rumore sulla ruota dx della macchina….nuova, così mi fermo in tangenziale e nel verificare la gomma scorgo con “enorme piacere” che si è insediata, senza alcuna richiesta, una bella vite a testa esagonale. Lo stupore e la felicità mi pervadono a tal punto che arretrando scivolo in un canale di scolo in cemento, scuoiandomi la gamba sinistra e rendendomi conto che a volte il destino è proprio beffardo e - dove prima in gara mi aveva salvato - ora da pirla mi ha alla grande fregato. Cerco così un gommista, ma al sabato pomeriggio è assai difficile trovarne disponibili, così decido piano pian di entrare in autostrada sperando di raggiungere un’area di servizio, ma tutto d’un tratto lo splendido ticchettio sparisce e le spie del cruscotto mi avvisano che al peggio non c’è mai fine e che la gomma destra sta velocemente sgonfiandosi. La tecnologia a volte è straordinaria e meravigliosa, ma sa anche metterti ancora più in difficoltà, perché nella bellissima Opel Insigna non c’è una ruota di scorta, ma solo un compressorino con un riparatore di gomme che sistema fori fatti con gli aghi di pino e quindi non può di certo tornare utile per fori fatti con una vite bazooka. Decido quindi di chiamare l’assistenza stradale, la quale mi recupera dopo una bella oretta e mi porta alla sede di Verona, dove provvedo a lasciare l’auto, farmi raggiungere dal grande Lalli-mio-salvatore, trasbordare tutta l’attrezzatura e rientrare a casa dove posso finalmente affermare…..CHE GIORNATA DI MERDA!!!!

giovedì 21 gennaio 2016

QuartaFrazione su Facebook!

Ebbene si, a qualcuno potrebbe sembrare che ci stiamo allargando un po' troppo, invece abbiamo appena iniziato! Se non ve ne siete accorti nei giorni scorsi dalle prove tecniche con un paio di post vi annunciano la "discesa in campo" del gruppo di Quarta Frazione!

Quindi non perdete tempo, condividete la notizia e invitate gli amici a "MIPIACCIARE" la nostra pagina!


martedì 19 gennaio 2016

Cavriè, Montefortiana ed altro...





Domenica in ghiacciaia col sole a confortare quelli di QuartaFrazione, impegnati nei loro allenamenti in vista degli impegni estivi.

A Cavriè, per la podistica locale che ha visto al via oltre duemila partenti, si registra la partecipazione del Kaiser e di Fabrizio sul percorso di circa 11 km. Tracciato che a chi scrive è piaciuto pur nella difficoltà dei tre km di sterrato, in certi punti davvero pericoloso, perché particolarmente sconnesso (e vien da dire, per fortuna che non c’era fango). 4’18” per Francesco e 3’50” per Fabrizio: questi i ritmi medi, per dovere di cronaca.
Il Kaiser si dichiara soddisfatto, pur lamentando fastidi ed indolenzimenti vari. Fabrizio si dichiara deluso perché si aspettava una corsa sotto controllo e non un’agonia su una gamba sola. 




Notare l'irrestibile abbinamento di colori del nostro Francesco
La faccia sconvolta e impaurita del Freccia pensando all'abbinamento di Francesco


Se qualcuno vuole commentare che sembro fermo, ERO FERMO! Stavolta ho la scusa buona: vedete quel gonfiabile dietro? Ecco, io ho fatto una supermegavolata a 3' al km fino a lì, poi giustamente camminavo!

Non pervenuto il Non Giovane, Ale Finotto, che avrebbe dovuto, parole sue, partire prima del via ufficiale alle 9.00 per affrontare il percorso lungo di circa 19 km.



[Edit del giovanissimo e bellissimo]
Ovviamente presente come promesso anche il giovane Finotto, che con l'intenzione di partire una mezz'ora prima, finisce (saltando anche una curva e allungando di un km) per partire alle 8:50. Non prima di aver salutato il Vecchietto che chiaramente non si è accorto di nulla! SCONVOLGENTEMENTE questi pochi minuti sono bastati con un'andatura media di 5:10 al km a non farsi raggiungere dal FrecciaRosso nei 7 km che precedevano il bivio per i 10km. Prestazione tutto sommato soddisfacente a 2 mesi dall'ultimo "lungo" e dopo aver preso un colpa la mattina stessa ragionando per la prima volta con la bilancia dopo le feste...
[Fine Edit]

Da par suo, Alberto ha preferito un’uscita in bici da corsa col gruppo degli stradisti. 120 km a 30 kmh di media: San Lorenzo e ritorno con soddisfazione del nostro.

Marco ha provato l’ebbrezza del primo combinato autodafé: 30 km in bici da corsa in agilità a 28/29 kmh col nuovo giocattolo TREK seguiti da 6 km al medio a 4’35”/km. Non male per essere la prima volta. Gli interessava constatare come avrebbero reagito le gambe dopo la bici ed il primo km dopo la bici è stato da ridere: tutto regolare, insomma!





Edoardo ha portato a casa 15 km di fondo running.

Donato ha goduto dei panorami e del tracciato mozzafiato della Montefortiana in quel di Monteforte d’Alpone (VR), mezza maratona che attrae al via ogni anno migliaia di partenti, con duro tratto di salita/discesa nella parte centrale del percorso: 1h39’33” l’ottimo crono di un soddisfatissimo Donato.






Ale Marin, svegliandosi con calma, in pieno sole, e con gran coraggio, ha corso il progressivo perfetto. 15 km su è giù per i cavalcavia della bretella dell’Ipercoop: da qui il gran coraggio! Parziali costantemente a scalare con ultimo km a 3’39”: grandissimo Ale!





Emilio ha inforcato la bici da corsa: 60 km San Donà/spiagge e ritorno.

Chi invece ha optato per una domenica di salutare recupero è stato il buon Max: giardinaggio e passeggiata coi cani, le sue attività di ieri, con fervidi ringraziamenti del suo piede dx.

Alla prossima!

martedì 12 gennaio 2016

L'Epifania tutte le feste porta via...

(in rosso le correzioni di Ale F. a Fabrizio)

... ma di certo quel che non porta via è la voglia dei triatleti di allenarsi.
Radio corsa ci informa che i terreni sui quali si sono cimentati quelli di Quartafrazione nello scorso weekend sono stati i più disparati.

Ecco quelli di cui abbiamo notizia.
Domenica, Edo, il tecnico del gruppo, a Riva di Tures, vicino Brunico, si è dilettato a sciare di fondo nella pace dei boschi, sparandosi 30 km in due ore, godendo delle prime tardive nevicate. Ottima variazione sul tema!


PAESAGGIO INCONTAMINATO
PAESAGGIO CONTAMINATO

Il Kaiser a.k.a Francesco (non si era detto il "vecchietto?"), in compagnia di Max hanno affrontato la podistica di Vazzola sui 12 km. In particolare, Max si dichiara molto soddisfatto per aver concluso a 5'20"/km di media, dopo un anno molto tribolato causa grave infortunio, per i meno informati riassumiamo con "chiodo di titanio nel piede per qualche mese", robetta per QUESTO triatleta. Alla grande, Max!
Il Kaiser evidenzia un percorso non entusiasmante ma rivendica una buona prestazione.
In quel di Vazzola ma sulla distanza più lunga, 19 km, Donato e Alberto hanno chiuso la gara, lamentando, nel post corsa, pesantezza epatica, legata alle libagioni festive.
Ok voi 3 guardate a sinistra, voi 2 a destra, voi centrali seri mi raccomando, Massimo apri la bocca, perfetti! fermi così!

Alberto col Buff OllScars attorno al collo fa del suo meglio, primo premio a Lino (quello dietro)


 

Enrico Simpa si è prodigato in un bel lungo in bici da corsa: 95 km a 30 km/h di media e tanto fieno in cascina in vista dell'estate.
Da par suo, Emilio, prosegue nel processo di affiancamento del talento di casa, Pistolato junior, uscendo in MTB in quel di Susegana.
Alla grande!


Voto: 7--   La prossima volta sprecati un po' di più nello svolgimento


Aggiunta doverosa by Ale F.:
Ma quello che veramente i nostri fan vogliono sapere è: che fine hanno fatto i "veri" giovani, i "veri" fighi di QuartaFrazione? 
Si allenano oppure no?!
Lo scrivente Ale F. purtroppo si è esibito in un weekend di lavoro, dovendo giustamente recuperare gli innumerevoli giorni di ferie (5). E non s'è mosso nemmeno l'altro preferendo una domenica di riposo dopo aver probabilmente lavorato fino a tardi... Ma... quanto meno aveva fatto qualcosina venerdì mattina. Ora la domanda è "l'altro chi?"
E mettiamola una foto che ci farà guadagnare tra le "meno 300" e le "meno 400" followers femminili, che cavolo!



Qui ammiriamo anche la sua scorta e visto che son entrambe sfocate non serve che vi dica chi è il fotografo no?!
P.S. La soluzione all'ultimo indovinello è "il vecchietto" :D

Ciao a tutti e alla prossima!


 

domenica 3 gennaio 2016

Salutando il nuovo anno



C’è una parte della popolazione che il primo dell’anno riposa e dorme fino a tardi e poi ci sono i triatleti, a cui riposare in un giorno di festa sembra quasi un’eresia.

Da tradizione quindi si cerca sempre di salutare il nuovo anno con un po’ di allenamento, anche blando, perché sia di buon auspicio per un anno di sport con tanta fatica, soddisfazione e divertimento, magari senza infortuni.

Così hanno pensato alcuni quartafrazionisti: una bella corsa per la golena del Piave per Emilio e Ale Marin, uno slalom tra i cani o meglio i loro padroni nel parco Fellini per Fabrizio alias “Freccia”, un’escursione in montagna per Marco e un giretto in bici molto, molto tranquillo per Franz alias “il vecchietto”. Ah dimenticavo il nostro Alberto che ha partecipato alla 3° Ostanello Run, una corsetta autogestita organizzata a Noventa dagli Ostanello Express, i fratelli che hanno stravinto la classifica sociale degli amici podisti OllScars.


Fin qui tutto nella norma direi, ma che avranno fatto gli altri? Con cosa hanno barattato il calduccio delle coperte? Ve lo lasciamo spiegare da questo video:


Ebbene si, perché dormire quando puoi tuffarti nel “caldo” mare di Caorle il primo gennaio alle 11 di mattina?! Presenti a questa impresa c’erano questi 4 baldi giovani: Enrico, Antonio, Donato e Massimo.

Notare lo sguardo di Toni da cui possiamo stimare tra gli 80 e i 90 minuti di sonno...



Unica prova evidente in cui dimostrano di aver toccato l'acqua, nel video c'erano controfigure
 

Avrei voluto esserci anch’io che scrivo oggi (Ale Finotto), ma purtroppo mi trovavo a passare il capodanno a Parigi e ho dovuto accontentarmi di una corsetta lungo la Senna e i parchi limitrofi. Da buon mattiniero mi son alzato al suono della sveglia alle 8:00 10:00 12:30 e son partito. 



Dopo un paio di km approfitto per un AUTOSCATTO sull’isoletta di Notre Dame, in cui s’insinua una stalker a cui avevo chieste semplicemente di farmi una foto.


Qui sul lungo Senna percorrendo la "rive gauche" tallonato dalla stalker
Ad un certo punto l'ho anche lasciata passare...

Peccato per la foschia, se qualcuno la nota, così si presentava la Tour Eiffel a 1-2km di distanza
Riattraversiamo il fiume e torniamo sulla "rive droite" da cui eravamo partiti attraversando il ponte qui sopra e arrivando nei giardini circostanti Place de la Concorde, quella con Obelisco e ruota panoramica per capirci. Qui con mia grande sorpresa si stavano scaldando e preparando decine di bande, majorette e sbandieratori per una parata sugli Champs Elysees.

Approfitto per far respirare la mia inseguitrice per filmare questo gruppetto:


C'erano pure molti "cavalieri" ognuno che accudiva il proprio "stallone"

E un ultimo AUTOSCATTO davanti alla piramide del Louvre

 Ed eccoci sulla strada di casa con il nostro saluto




Che dire, Parigi è senza dubbio una città fantastica per correre, senza considerare le rive della Senna ci sono una quantità impressionante di parchi e si potrebbe variare ogni giorno il percorso. Città in cui tornare senza dubbio, magari approfittando dell'olimpico che fanno a fine maggio!

Ma intanto Buon anno da tutti noi di QuartaFrazione!