martedì 27 giugno 2017

SIRMIONE AMORE E ODIO di Enrico Simpa


Qualche mese fa ho avuto la brillante idea di iscrivermi ad uno dei più noti triathlon olimpici del nord Italia se non di tutta Italia, l’ Oakley Trio Sirmione.
Sentendo qualche parere, rigorosamente dopo aver speso ben 60€ di iscrizione gara più 5€ contributo foto che chissà a che cacchio servono, comincio ad avere il sentore che forse ho fatto la cazzata pure stavolta. Infatti la maggior parte dice che è un triathlon bellissimo, percorsi stupendi, passaggi in acqua suggestivi, si corre di sabato pomeriggio alle 16, ci sono atleti fortissimi e non è caotico come Bardolino… ok… analizziamo bene la situazione:
  • 1° chi cacchio guarda il paesaggio mentre sei tirato per il collo nel tentativo di non perdere le ruote del campione di turno che tira a 40 orari neanche avesse il cruise control, salita, discesa, curve, mica curve, rotonde, frega un cazzo e via come non ci fosse un domani
  • 2° punto… passaggi in acqua suggestivi: io in acqua tento di non annegare, solitamente guardo il fondo visto che nuoto a stile libero e non a dorso o rana
  • 3° il fatto che si corre il sabato pomeriggio alle 16 può trarre in inganno visto che tra gara e viaggio minimo si arriva a casa a mezzanotte.
  • 4° sul discorso ci sono atleti fortissimi, frega un cazzo visto che manco li vedo partire

Poi ci sono anche i contro…. due zone cambio ed il cronico problema dei parcheggi.
Comunque mi lascio tutto alle spalle e cerco di prepararmi al meglio per la trasferta con il “fidato” Ciarcià e la Francesca Manfè , atleta della ReAction.
Ora veniamo ai fatti.
Il giorno prima della gara mi sento col “fidato” Luca che da forfè per  ”cagotto fulminante a spuzzo” da ben due giorni. Tachen ben non so bene dov’è il posto e son pure solo.
Solo non del tutto, visto che mi metto d’accordo con la Francesca per fare la strada assieme, la quale pure aggiunge che si deve partire presto altrimenti non si trova parcheggio.
Quindi sabato mattina ore 7 sveglia, fai colazione, cucina la pasta, fai i toast, prepara borse gara(il casco e gli occhiali stavolta li ho presi), borsa frigo, carica il tutto, bici, pompa e si parte verso Silea per il rendezvous in autostrada con la Francesca, Marco ed un’ altra Francesca.
Arrivati a Sirmione verso le 10.40 ho capito che i miei dubbi erano ben fondati.
Smonto dalla macchina e… bam una coltellata al fegato dal caldo e l’afa che ci sono (32° ndr, poi saliranno e non di poco), le zone cambio sono a circa 3km di distanza l’una dall’altra (Pola il primo anno aiuta), ma ancora peggio è il come gestire il post gara visto che da dove si arriverà sfatti come cadaveri ci sono ben 3 km da fare a piedi  per tornare alla macchina… bho… Figo sto triathlon mi piace sempre di più.








Comunque ritiriamo i pettorali, posizioniamo il materiale in T2 ed andiamo verso la T1. Mangiamo aspettando l’apertura T1 e poi sistemiamo le bici. Fin qui tutto regolare, grazie soprattutto al coordinamento della Francesca che lo aveva già fatto lo scorso anno, se non che la momento di mettere le borse nel deposito decido di rimanere a piedi nudi, visto che la partenza del nuoto è dall’altra parte del promontorio (zio ken come se non bastasse già tutto sto casino, par un triathlon a tappe), esco dal deposito borse e… le bestemmie cominciano a volare, il porfido e l’asfalto con una temperatura all’ombra di 34 gradi diventano come la lava, saltavo da un’ombra all’altra alternando delle corse tipo centometrista nei tratti in campo libero (persino i cinesi mi prendevano per il culo).
Con i piedi ustionati arrivo ad una spiaggetta che ovviamente non era quella della partenza, ma frega un cacchi, entro in acqua per dare sollievo  alle piante dei piedi brasate e BAM, sasso centrato in pieno (altro volo di bestemmie del repertorio veneto).
Comunque raggiungo  la spiaggia della partenza, così mi riscaldo pure, ed attendo la partenza.
Suggestiva la partenza, nulla da invidiare ad un IM.
Torniamo ai fatti, dopo la spunta entro in acqua e via si parte. Frazione a nuoto nuotata senza patemi d’animo tranne che in quel cacchio di “passaggio suggestivo” dove per poco non prendo a cazzotti un fenomeno che oltre tutto stacco nelle acque libere , esco dall’acqua, prendo la bici e via.
Il percorso in bici è duretto soprattutto se non lo conosci e prendi le salite, che si trovano puntualmente ben mimetizzate, con 50/15 e rischi di demolire la bici per mettere un rapporto consono. Comunque dopo qualche km trovo un ragazzo che mi si mette a ruota a proseguiamo in compagnia sua fino quasi alla fine.
Poi a circa 6 km dalla fine mi affianca un ragazzone  con la scritta FABIAN sulla schiena (stava seguendo un fortunato al quale faceva da mentore in questa gara), dopo qualche istante di perplessità, notando che la velocità si stava pure alzando, è cominciata la caciara: battute del genere “dai Fabian spingi non tirare il culo indietro”, io visto che prima si andava a 37-38 e tutti fatti ed ora si passavano i 40 ridendo me ne esco con “Fabian sei come il nandroloneeeee”, un lo affianca, si mette a tirare e dal gruppo “Fabian sei una pippa” e Fabian “non si era detto Figa”. Comunque ragazzo simpatico e disponibilissimo.







T2, giù la bici, su le scarpe e si parte a piedi. Primi 2 km benino, con ultimo momento epico: nella darsena Fabian prende la gomma dell’acqua e dall’alto del suo 1.90 ci ha bagnato tutti prima di ripartire assieme a noi, poi calvario, caldo atroce, gente che sveniva, a quel punto mi son messo in modalità finish e ho solo puntato ad arrivare a traguardo senza star male. Devo dire che gli ultimi 2,5km sono andato un pochetto meglio dopo che ho tolto il berrettino che mi faceva venir mal di testa e non mi permetteva ti raffreddarla al passaggio sotto le docce.
Comunque alla fine un 2.42 alto non mi soddisfa ma pensavo peggio.
Per il resto come pensavo, un pò scomodo da fare in giornata ma l’organizzazione e l’ambientazione meritano, penso che lo rifarò(ndr. arrivato a casa come previsto per mezzanotte).
Grazie a tutti gli amici della ReAction che mi hanno adottato a Lucio, Michele e alla Stefania che mi ha tenuto la borraccia.
Ciao al prossimo Triathlon.   

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