Prefazione:
“Le bestemmie per descivere I’ IM 70.3 di Pola non le hanno
ancora inventate”.
IL PREGARA:
Diciamo che Pola 2016 oltre che per la gara era un’occasione
per qualche giorno di relax visto che durante le ferie d’agosto mi ero concentrato
sull’allenamento prevalentemente.
Quindi il venerdì carico la macchina e parto, 3 orette e
sono li. Entro in hotel con l’ansia: e se non c’è la camera come faccio? la
Mary non è qui, chi si pianta al banco e la fa saltar fuori?... La camera c’è tutto bene la Mary può star
tranquilla, almeno fino a domani (grande Coach). Prima rottura di maroni:
salgo sulla navetta che teoricamente mi porta in centro e mi trovo invece a
fare un tour di tutte le periferie più malfamate di Pola, ad un certo punto
rimaniamo solo io, un altro concorrente tedesco e l’autista con direzione “in
mezzo ai lupi”. Dopo un’ora di strada arriviamo in stazione degli autobus e
l’autista che fa… smonta e se ne va; per farla breve 1h e 20min da Verudela al
Village e per chi era con me il sabato e la domenica sa che significa.
Comunque entro nel Village mi iscrivo e prendo lo zaino del
colore che voglio, faccio amicizia con due ragazzi Alessandro da Vicenza e
Francesco da Genova e ci diamo appuntamento per il pastaparty; una gran figata,
svolto in arena con la sfilata di tutti i Team, da mangiare e bere (anche birra
a volontà) quanto si voleva, peccato solo per la pioggia che da quel momento in
poi sarebbe diventata una nostra compagna d’avventura.
Il sabato mi sveglio di buon ora faccio colazione poi mi
trovo con la Francesca Manfè e suo marito e ci avviamo verso il breafing. Poco
dopo ci raggiungono anche tutti gli altri componenti dell’allegra brigata.
Il pomeriggio scorre tranquillo tra nuove amicizie, si
consegna la bici in zona cambio e… prima perdita: l’antivento zio ken perso in
200 mt (taken ben).
LA NOTTE:
Ore dieci la Marina mi manda un messaggio dicendomi : “Simpa
la senti la piogerellina come scende?”.
Boia ladro lampi e tuoni, sembrava di essere all’ASILUM.
Penso fulmini così vicini!? Zona cambio!? Bici in carbonio!? Poca trota domani
mi ritrovo un mucchietto di cenere.
Ore 1.45 Ale il Vicentino mi scrive:” la vedo male per
domani”. Ma va! Ci manca solo che si allaghi l’albergo e poi è fatta.
Preso sonno sulle 2, sveglia ore 6
LA GARA
Freddo becco, mare che dire mosso è poco, ma soprattutto un
cielo e da un momento all’altro ce la vuole mettere nel culo. Si fa colazione e
ci si appresta a dare gli ultimi aggiustamenti all’attrezzatura, poi veloce
tuffo in acqua per vedere il mare com’è… non sembra male ma rimaniamo sotto
costa e non sappiamo come sarà fuori.
Posizionati in partenza, giusto il tempo di salvare la vita
ad uno riparandogli la cerniera della muta in extremis e via. Siamo in gara.
Nota, nota, nota il mare si ingrossa le boe non si vedono tra le onde ma la
strategia è:” seguire il flusso”… già il flusso… dove cazzo è sto flusso?
Porcamerda mi son perso. Cerco di mantenere la
direzione e finalmente la prima boa… seee ciccata di 100mt alla mia
destra. Torno in dietro la doppio e mi dirigo verso la seconda… seee ciccata di
30 mt a sinistra (qua ci starebbe un porcone). Dai Enrico ora si torna a riva ora
seguo il flusso e comincio ad avere qualche dubbio sul tempo impiegato,
praticamente li stò passando tutti, ma in ogni caso sono nel flusso e quindi si
va a riva… Sto cazzo quando alzo la testa mi accorgo che tutto il flusso vuole
entrare nella hall del Brioni invece che
andare all’uscita della frazione a nuoto. E tre percorro l’ultima parte
costeggiando gli scogli ed esco. Si finito il nuoto, stranamente spompato ma
finito, quanto ho fatto? NOOOOO… 49 min e percorso 2,5 km? Basta mi ritiro.
A quel punto sento la Mary che mi incita e per tutta
risposta mi parte un porcone (Scusa Mary e Giuly), vado verso la T1 e trovo
anche il Mucelli e la Marina che mi incitano ma la voglia di mollare mi
pervade. Mi cambio a suon di cristi e madonne, poi mi avvicino alla SLICE; è il
su battesimo del fuoco, vediamo come va tanto peggio di così? (ultime parole
famose) percorro i primi 5 km tranquillo poi… ACQUAAAAAA… COME LE BANDIEEEEE,
ma per 90 km cazzo. La bici va bene, 92 km in 2.52 contento se non fosse che
visto l’acqua non ho bevuto a sufficienza
e all’85km ha cominciato a farmi male un polpaccio.
Scendo dalla bici con uno stile invidiabile, prendendomi
anche qualche complimento, cercando di non perdere le scarpe nel movimento (è
l’ultima volta che le ho viste) e comincio a correre verso la T2. Prendo un gel
come da copione bevo un sorso d’acqua infili le scarpe da run e via per l’ultima
parte.
Primi due km tranquilli anche se un po’ troppo veloci e poi
indovinate ACQUAAAAAA. Un fiume in piena , tutto allagato, torrenti d’acqua che
invadevano la strada, un macello. Almeno mi dico non si soffre il caldo.
Al 5° mi passa Luca che di cognome fa Lepri (di nome e di
fatto) gridandomi ”boia chi mollaaaaa” li che mi carica un pochino. Va così fino
in Pola, 12° km sto ancora bene anche se non benissimo ma tengo duro ora corro
a 6,02 medio. Al 15° lampo di genio: “mi fanno un po’ male le gambe, cammino un po’ così riparto”… sto
cazzo passo impietosamente dai 6 circa ai 6.50 e non mi schiodo più, al 16°
sento da dietro ancora “boia chi mollaaaaa” ancora Luca “e sti cazzi 5km di
distacco 11km percorsi” . La corsa si protrae per altri sei km senza sussulti
di rilievo se non per il numero da professionista fatto di fronte all’arena:
mi scappa da morire
la pipi, proprio davanti all’arena a bordo strada ci sono dei bagni chimici,
son fuori dal tracciato ma chi se frega, decido: “ tra le transenne che
delimitano il tracciato c’è del banale nastri rosso e bianco (si proprio quel
nastro di merda che quando lo usi tu si rompe solo con una bava di vento),
arrivo li lanciato, spezzo il nastro e corro direttamente in bagno. Si, grande,
faccio così”. Prendo la mira, mi avvicino, “pronto Enrico ora, afferra il
nastro e romporcatroia nastro di merda non ti rompi brutto bastardo d’uno
slavo”. Risultato, mi son trascinato 3 transenne per 5 metri prima di dover
saltare in nastro il tutto sotto gli occhi attoniti della gente che seguiva la
gara.
6h 09m 50s ora è proprio finita, ho la medaglia al collo e
fanculo alla fine mi sono anche divertito.
L’unica cosa che ancora mi domando come cacchio fa Stefano
ad avere quel sorriso beato sempre stampato in faccia.
[Alessandro: allora non sono l'unico che se lo domanda!]
Grazie a tutti ed in particolare al mio coach per avermi
fatto intraprendere questo sport tanto faticoso quanto bello.
Appuntamento per Budapest 2017.
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