domenica 2 ottobre 2016

Ironman 70.3 Pola secondo Simpa


In esclusiva per quartafrazione.blogspot.com il racconto Simpa-tico del mezzo IM di Pola



Prefazione:
“Le bestemmie per descivere I’ IM 70.3 di Pola non le hanno ancora inventate”.


IL PREGARA:
Diciamo che Pola 2016 oltre che per la gara era un’occasione per qualche giorno di relax visto che durante le ferie d’agosto mi ero concentrato sull’allenamento prevalentemente.
Quindi il venerdì carico la macchina e parto, 3 orette e sono li. Entro in hotel con l’ansia: e se non c’è la camera come faccio? la Mary non è qui, chi si pianta al banco e la fa saltar fuori?...  La camera c’è tutto bene la Mary può star tranquilla, almeno fino a domani (grande Coach). Prima rottura di maroni: salgo sulla navetta che teoricamente mi porta in centro e mi trovo invece a fare un tour di tutte le periferie più malfamate di Pola, ad un certo punto rimaniamo solo io, un altro concorrente tedesco e l’autista con direzione “in mezzo ai lupi”. Dopo un’ora di strada arriviamo in stazione degli autobus e l’autista che fa… smonta e se ne va; per farla breve 1h e 20min da Verudela al Village e per chi era con me il sabato e la domenica sa che significa.
Comunque entro nel Village mi iscrivo e prendo lo zaino del colore che voglio, faccio amicizia con due ragazzi Alessandro da Vicenza e Francesco da Genova e ci diamo appuntamento per il pastaparty; una gran figata, svolto in arena con la sfilata di tutti i Team, da mangiare e bere (anche birra a volontà) quanto si voleva, peccato solo per la pioggia che da quel momento in poi sarebbe diventata una nostra compagna d’avventura.
Il sabato mi sveglio di buon ora faccio colazione poi mi trovo con la Francesca Manfè e suo marito e ci avviamo verso il breafing. Poco dopo ci raggiungono anche tutti gli altri componenti dell’allegra brigata.
Il pomeriggio scorre tranquillo tra nuove amicizie, si consegna la bici in zona cambio e… prima perdita: l’antivento zio ken perso in 200 mt (taken ben).
LA NOTTE:
Ore dieci la Marina mi manda un messaggio dicendomi : “Simpa la senti la piogerellina come scende?”.
Boia ladro lampi e tuoni, sembrava di essere all’ASILUM. Penso fulmini così vicini!? Zona cambio!? Bici in carbonio!? Poca trota domani mi ritrovo un mucchietto di cenere.
Ore 1.45 Ale il Vicentino mi scrive:” la vedo male per domani”. Ma va! Ci manca solo che si allaghi l’albergo e poi è fatta.
Preso sonno sulle 2, sveglia ore 6
LA GARA
Freddo becco, mare che dire mosso è poco, ma soprattutto un cielo e da un momento all’altro ce la vuole mettere nel culo. Si fa colazione e ci si appresta a dare gli ultimi aggiustamenti all’attrezzatura, poi veloce tuffo in acqua per vedere il mare com’è… non sembra male ma rimaniamo sotto costa e non sappiamo come sarà fuori.
Posizionati in partenza, giusto il tempo di salvare la vita ad uno riparandogli la cerniera della muta in extremis e via. Siamo in gara. Nota, nota, nota il mare si ingrossa le boe non si vedono tra le onde ma la strategia è:” seguire il flusso”… già il flusso… dove cazzo è sto flusso? Porcamerda mi son perso. Cerco di mantenere la  direzione e finalmente la prima boa… seee ciccata di 100mt alla mia destra. Torno in dietro la doppio e mi dirigo verso la seconda… seee ciccata di 30 mt a sinistra (qua ci starebbe un porcone). Dai Enrico ora si torna a riva ora seguo il flusso e comincio ad avere qualche dubbio sul tempo impiegato, praticamente li stò passando tutti, ma in ogni caso sono nel flusso e quindi si va a riva… Sto cazzo quando alzo la testa mi accorgo che tutto il flusso vuole entrare nella hall del  Brioni invece che andare all’uscita della frazione a nuoto. E tre percorro l’ultima parte costeggiando gli scogli ed esco. Si finito il nuoto, stranamente spompato ma finito, quanto ho fatto? NOOOOO… 49 min e percorso 2,5 km? Basta mi ritiro.
A quel punto sento la Mary che mi incita e per tutta risposta mi parte un porcone (Scusa Mary e Giuly), vado verso la T1 e trovo anche il Mucelli e la Marina che mi incitano ma la voglia di mollare mi pervade. Mi cambio a suon di cristi e madonne, poi mi avvicino alla SLICE; è il su battesimo del fuoco, vediamo come va tanto peggio di così? (ultime parole famose) percorro i primi 5 km tranquillo poi… ACQUAAAAAA… COME LE BANDIEEEEE, ma per 90 km cazzo. La bici va bene, 92 km in 2.52 contento se non fosse che visto l’acqua non ho bevuto a sufficienza  e all’85km ha cominciato a farmi male un polpaccio.
Scendo dalla bici con uno stile invidiabile, prendendomi anche qualche complimento, cercando di non perdere le scarpe nel movimento (è l’ultima volta che le ho viste) e comincio a correre verso la T2. Prendo un gel come da copione bevo un sorso d’acqua infili le scarpe da run e via per l’ultima parte.
Primi due km tranquilli anche se un po’ troppo veloci e poi indovinate ACQUAAAAAA. Un fiume in piena , tutto allagato, torrenti d’acqua che invadevano la strada, un macello. Almeno mi dico non si soffre il caldo.
Al 5° mi passa Luca che di cognome fa Lepri (di nome e di fatto) gridandomi ”boia chi mollaaaaa” li che mi carica un pochino. Va così fino in Pola, 12° km sto ancora bene anche se non benissimo ma tengo duro ora corro a 6,02 medio. Al 15° lampo di genio: “mi fanno un po’ male le  gambe, cammino un po’ così riparto”… sto cazzo passo impietosamente dai 6 circa ai 6.50 e non mi schiodo più, al 16° sento da dietro ancora “boia chi mollaaaaa” ancora Luca “e sti cazzi 5km di distacco 11km percorsi” . La corsa si protrae per altri sei km senza sussulti di rilievo se non per il numero da professionista fatto di fronte all’arena:
 mi scappa da morire la pipi, proprio davanti all’arena a bordo strada ci sono dei bagni chimici, son fuori dal tracciato ma chi se frega, decido: “ tra le transenne che delimitano il tracciato c’è del banale nastri rosso e bianco (si proprio quel nastro di merda che quando lo usi tu si rompe solo con una bava di vento), arrivo li lanciato, spezzo il nastro e corro direttamente in bagno. Si, grande, faccio così”. Prendo la mira, mi avvicino, “pronto Enrico ora, afferra il nastro e romporcatroia nastro di merda non ti rompi brutto bastardo d’uno slavo”. Risultato, mi son trascinato 3 transenne per 5 metri prima di dover saltare in nastro il tutto sotto gli occhi attoniti della gente che seguiva la gara.
6h 09m 50s ora è proprio finita, ho la medaglia al collo e fanculo alla fine mi sono anche divertito.



L’unica cosa che ancora mi domando come cacchio fa Stefano ad avere quel sorriso beato sempre stampato in faccia.
[Alessandro: allora non sono l'unico che se lo domanda!]
Grazie a tutti ed in particolare al mio coach per avermi fatto intraprendere questo sport tanto faticoso quanto bello.


Appuntamento per Budapest 2017. 


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